Riprendo una canzone di Sergio Endrigo, cantautore italiano, nato a Pola il 15 giugno 1933, e morto nel settembre 2005 a Roma.
Purtroppo l'audio non è dei migliori... Io l'ho su CD ed è a mio avviso una canzone significativa, perchè di un esule, di quelli che nel dopoguerra hanno perso tutto e son dovuti scappare dai territori occupati dalla Yugoslavia, in Italia, dove non sono stati accolti come meritavano. Di quelli che da queste parti ancora condizionano la politica locale (e non solo...) e su queste vicende, non vorrei aggiungere altro, se non che sono successe ormai circa 60 anni fa... Del suo repertorio non conosco tantissimo, alcuni ricorderanno Il fiore ("Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l'albero....), ma mi sembra che questa canzone sul Che, dal titolo emblematico "anch'io ti ricorderò"... c'entri proprio poco, e per questo apprezzo ancora maggiormente, e l'uomo e la canzone.
giovedì 15 gennaio 2009
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12 commenti:
Non sapevo che Sergio Endrigo fosse un esule. Ho letto poco tempo fa che fra chi rimase e chi dovette abbandonare quelle terre vi è una grandissima percentuale di artisti, una produzione straordinaria di poesia,prosa e arte in genere. L'ho letto su un libro di Sergio Tazzer "Tito e i rimasti" ed. i leggeri Libreria Editrice Goriziana. Penso che la nostalgia, il dolore, la consapevolezza di aver lasciato parte della propria vita in un luogo che non è più quello che si è vissuto galvanizzi la parte artistica che c'è in ogni essere umano... si deve essere senz'altro così. Anastasia
E' incredibile come il flagello della guerra,i suoi anni tragici,la fatica di una ricostruzione mai realizzatasi pienamente ... possano partorire fiori di tale bellezza ed intensità ...
Un sorriso.Antonia.
Una gran bella voce.Un grande artista.
xAnastasia: così a memoria citerei lui, Missoni, Laura Antonelli, ma ve ne sono certo altri! Immagino che la nostalgia per quei luoghi, lasciati in questo modo, non passi mai, ma certi sono riusciti già anni addietro a superare, o a conviverci, e a farsi una vita (forse anche perchè all'epoca erano bambini o ragazzi), altri oggi sono ancora inchiodati lì... e sono magari i figli di coloro...
xAntonia: già! erano comunque persone un po' particolari, già sudditi dell'austria, dove le scuole dell'obbligo erano la norma e l'analfabetismo l'eccezione, grazie anche all'influenza che l'italianissimo Muratori ebbe sulla corte austriaca... Un ns. antenato era "ciabattino", ma parlava italiano tedesco e ungherese... perchè queste erano le lingue dei clienti: entrano in gioco molti fattori!
xDual, certo, ed anche uno che ha saputo con questa canzone prendere una posizione di certo non comoda in seno al suo "gruppo" di origine... credo sia una vicenda poco nota, io stesso non ho capito di che anno sia, e se l'abbia effettivamente scritta lui, o solo interpretata...
Stai diventando il mio angolo culturale di riferimento ^^.
Davvero un grande artista, Sergio Endrigo. Se ricordo bene si è sempre tenuto piuttosto in disparte dalla cultura musicale ufficiale.
Una persona malinconica, di cui si parlava poco e mai in stile pettegolezzo.
Però, questa canzone che hai postato, Guardino del Fato, non la conosco per niente. E' bella.
Ciao :)
xThinker: no! Salvati finchè sei in tempo!... ;)
xLara: Immaginavo fosse poco nota! Sì, un personaggio mai sopra le righe, un po' schivo forse, o forse erano altri tempi! Il mondo prima dei reality! :)
nn conoscevo questa canzone..:)interessante..dew
Certo, purtroppo la versione non è delle migliori... :(
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