mercoledì 28 gennaio 2009

Lo sappiamo...

“Per conoscenza tacita si intende, in generale, ciò che si conosce, ma non si esprime perché non si può o sarebbe inutile farlo: "possiamo conoscere più di quanto possiamo esprimere" [Polanyi, 1966 ma anche 1958, 1969].”



Michael Polanyi è uno scienziato ungherese che è passato dalla medicina, alla fisiologia chimica e quindi alla filosofia. Negli anni cinquanta e sessanta ha studiato a lungo la costruzione del sapere personale. Questi studi hanno sollevato enorme interesse nei campi dell’attività direzionale e delle conoscenze organizzative. Due ricercatori di Helsinky, Håkan Ylinenpää & Niklas Nilsson, per una recente ricerca sulla trasmissione intensiva di esperienza tra lavoratori, si sono basati proprio sugli studi di M. Polanyi sulla conoscenza tacita.


L'ipocrisia come dimensione nella quale, attraverso la simulazione e la dissimulazione, si compongono e si integrano il pensiero e l'azione, il dire e il fare, soprattutto quando il modello razionale del controllo dell'organizzazione non riesce a rendere plausibilmente conto della differenza tra ciò che la realtà è e ciò che si vorrebbe fosse [Brunsson, 1995]

2 commenti:

primosire ha detto...

Mi ha sempre interessato il funzionamento della mente, pur avendo un tendenziale ostilità verso gli psicologi e ancor più verso gli psicanalisti, dovuta alla convinzione che in quelle categorie si possono facilmente annidare improvvisati mentecatti e truffatori.
Da un paio d'anni sono abbonato alla rivista "Mente & Cervello", ne sto ricavando la convinzione che nelle nostre menti c'è più programmazione biologica che comportamenti psicologici dovuti alle esperienze vissute ed alla formazione .

iLGuardianoDelFato ha detto...

Certo la mente è un 'ambito' molto stimolante!