Sulla percezione.

Alcune persone sedute attorno ad un tavolo.
Dal soffitto pende una lampada, centrale rispetto al tavolo, che è a sua volta centrale rispetto alla stanza.
Sul tavolo è posta una brocca per l’acqua, di ceramica, un po' elaborata: ha un manico, delle decorazioni, un beccuccio per facilitare il corretto passaggio del liquido ai bicchieri...
Se le persone sedute attorno al tavolo dovessero descrivere la brocca, o meglio ancora la osservassero attentamente, come per farne un disegno, noterebbero ciascuno delle cose, e delle altre no.
Darebbero descrizioni o disegni differenti quanti sono i punti di vista, ovvero gli osservatori: chi vede il manico e il beccuccio, chi solo uno dei due, chi magari nessuno.
O ancora le ombre e i disegni ‘cadrebbero’ in modo diverso.
Eppure tutti nello stesso luogo e nello stesso momento stanno descrivendo il medesimo oggetto.
La percezione è sicuramente soggettiva.

Una parabola narra di un gruppo di ciechi dalla nascita che desideravano sapere com’è un elefante. Uno gli toccò la testa e disse che era come una giara, un altro la proboscide e disse che era come un serpente, un altro le zanne e disse che era come il vomero di un aratro, un altro il dorso e disse che era come un granaio, un altro la zampa e disse che era come una colonna.

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