giovedì 5 febbraio 2009

La vita

Penso a quella storiella in cui un re chiese ad un saggio di rivolgergli il miglior augurio possibile, e questi dopo un attimo disse:

"muoiono i nonni, muoiono i padri, muoiono i figli".

Il re si arrabbiò moltissimo, e lo fece imprigionare. Poi ci ripensò, e capì che è l'ordine delle cose, e che per un genitore non dover assistere al funerale del figlio è una gran cosa.

In questi giorni è morta mia nonna, la Luisa di cui scrissi a gennaio.

lunedì 2 febbraio 2009

La prigrizia è di stimolo all'intelligenza?

Chi scrive ha fra l'altro due figlie adolescenti...
Oggi primo giorno "impegnativo" del nuovo mese, ore 7:10... scatta l'emergenza tessere del bus...
Dopo un rapido giro di portafogli, escono circa 60 euro... sufficienti, l'abbonamento ne costa circa 26, per due...
Dò i soldi alla prima figlia che incontro in corridoio, e che inevitabilmente mi brontola... le spiego: scendi, compri due tessere, una la reinfili nella cassetta della posta, quando tua sorella scende la piglia e siamo a posto...
No.
Mi spiega che farà: nonappena arriva la sua amica, scenderà e prenderà due tessere. Andrà quindi all'autobus (ripassando davanti al portone di casa, intendiamoci!), salirà sul bus e le timbrerà entrambe, compilandone una a nome della sorella, quel che conta è l'ora della timbratura. La sorella a questo punto userà normalmente gli autobus finchè non si reincontreranno nel pomeriggio, se (sfiga...!) becca il controllore si farà fare un verbale, poi porterà la tessera timbrata e a nome suo... e le annulleranno la sanzione!
Bhè, dopotutto...
Immagino che anche l'inventore della ruota si fosse stufato di portare i pesi sulla schiena e alla fin fine ha fatto del bene a tutti... insomma, c'è speranza anche per i pigri! ;)

venerdì 30 gennaio 2009

Perdita di potere

iNDIFFERENZA E DISIMPEGNO - alcuni dei segnali che Scalfari stigmatizza nella sua rubrica 'Il vetro soffiato' su L'Espresso 5 feb 2009, sono il crescente disinteresse dalla politica ed il distacco dalla parola scritta, sostituita dalle immagini e dalla navigazione in rete. Per molti questo sarebbe sintomo di passività psicologica. L'impoverimento e la paura del futuro costringerebbero famiglie ed individui delle fsce medie e medie basse a chinare il capo sulla "propria ciotola di minestra" perdendo di vista i cosiddetti bisogni secondari (il cd. riflusso da impegno civile, solidarietà, visione politica del bene comune), in parole povere la paura della perdita di un certo benessere ci garantisce la perdita della coesione sociale, per cui lottarono le generazioni che ci han preceduti.

Anni e anni di televisione han preparato il terreno, ma voi capite che anche scrivere e leggere sui Blog diventa una questione un po' più delicata.

mercoledì 28 gennaio 2009

Lo sappiamo...

“Per conoscenza tacita si intende, in generale, ciò che si conosce, ma non si esprime perché non si può o sarebbe inutile farlo: "possiamo conoscere più di quanto possiamo esprimere" [Polanyi, 1966 ma anche 1958, 1969].”



Michael Polanyi è uno scienziato ungherese che è passato dalla medicina, alla fisiologia chimica e quindi alla filosofia. Negli anni cinquanta e sessanta ha studiato a lungo la costruzione del sapere personale. Questi studi hanno sollevato enorme interesse nei campi dell’attività direzionale e delle conoscenze organizzative. Due ricercatori di Helsinky, Håkan Ylinenpää & Niklas Nilsson, per una recente ricerca sulla trasmissione intensiva di esperienza tra lavoratori, si sono basati proprio sugli studi di M. Polanyi sulla conoscenza tacita.


L'ipocrisia come dimensione nella quale, attraverso la simulazione e la dissimulazione, si compongono e si integrano il pensiero e l'azione, il dire e il fare, soprattutto quando il modello razionale del controllo dell'organizzazione non riesce a rendere plausibilmente conto della differenza tra ciò che la realtà è e ciò che si vorrebbe fosse [Brunsson, 1995]

domenica 25 gennaio 2009

Le donne...



Se mi affaccio alla finestra dello studio, vedo la strada, vedo le automobili, le moto, gli autobus, le persone che passano sui marciapiedi... il giardinetto nella piazza, i cani che giocano... gli alberi del piccolo bosco sulla collina di fronte, un po' più in alto. Appena davanti casa mia ci sono una serie di negozi, con le loro vetrine, alcune belle, altre solo più che decorose. Quando sono spente le luci, ed una ragazza od una donna sole passano sul marciapiedi, proprio di fronte, mi piace seguirle con lo sguardo. Le seguo, e aspetto.
Nel frattempo valuto il loro abbigliamento, la camminata, molte sono altezzose, altre più aperte, simpatiche diresti, penso a dove staranno andando... o a fare cosa.
Nonappena giungono all'altezza delle vetrine... zac! Tutte tutte immancabilmente si voltano a dare un'occhiatina fugace... Pancia in dentro e petto in fuori, un controllino, quasi una carezza data con lo sguardo o un buffetto di incoraggiamento, per seguitare a solcare il mare della vita con l'aria dell'inaffondabilità...
Velocissime, un attimo, e via, di nuovo sicure di sè, lo sguardo "oltre", sopra tutto e tutti. Gli sguardi prima preoccupati, si fanno poi compiaciuti... tutto a posto, ok! tranquillizzate proseguono il cammino ininterrotto!



Così sicure, certe addirittura sfrontate all'apparenza, ma in realtà così... vulnerabili nel loro intimo! Se solo gli uomini sapessero!
Se solo vi osservassero davvero per qualche istante, o qualche attimo in più...
Capirebbero quanto in voi è un atteggiarsi e quanto resta di vero, della persona, dietro la facciata.
Ma pochi osservano.
Tutti guardano, e solo pochi vedono.
Altrimenti, quante meno incomprensioni!
Noi vediamo i vostri artigli, ma sono come le spine della rosa del Piccolo Principe.
Scusatemi se ho violato parte del vostro segreto, ma mi piacete troppo così come siete, tutte!
Chiudo la finestra e ritorno allo studio...
Con sincero amore